Sebbene sia un risultato notevole che "Tatami" – un film co-diretto da un regista iraniano (Zar Amir Ebrahimi) e uno israeliano (Guy Nattiv) – sia stato realizzato e distribuito in un periodo di tensioni globali, non lasciate che questo oscuri il fatto che si tratta anche di un dramma avvincente. È un film sportivo magistrale che contrappone un'outsider – una donna dallo spirito indomabile – a un governo oppressivo, in un modo che ha entusiasmato il pubblico dai tempi di Rocky.

Ecco la premessa: Leila (interpretata da Arianne Mandi) è una judoka iraniana di livello mondiale che compete ai Campionati Mondiali di Judo, dove sta dominando gli incontri. Una medaglia d'oro – che sarebbe la prima per l'Iran – sembra a portata di mano. Ma le cose prendono una svolta: man mano che avanza, il suo governo le ordina, tramite il suo allenatore (interpretato anch'esso da Amir Ebrahimi), di ritirarsi dal prossimo incontro simulando un infortunio. Il motivo? Dovrebbe affrontare un'atleta israeliana, e l'Iran non riconosce Israele.

Com'è prevedibile, Leila ha altri piani – dire di più significherebbe addentrarsi nel territorio degli spoiler. Il dramma che ne segue è sia teso che bellissimo, girato in un sontuoso bianco e nero che ricorda Toro Scatenato di Scorsese. Non serve essere immersi nella geopolitica per apprezzare questo film; tocca qualcosa di universale – il conflitto tra conformarsi all'autorità e seguire le proprie convinzioni, specialmente quando ogni parte di te sta urlando no. Il fatto che Leila abbia dedicato la sua vita a quel momento, solo per vedere degli sconosciuti cercare di portarglielo via per ragioni che a lei potrebbero non importare, intensifica solo il potere della storia.

"Tatami" è stato distribuito negli Stati Uniti a giugno, durante un periodo di ostilità crescenti tra Israele e Gaza. Questa tempistica ha reso il film – presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2023 – sia straordinariamente attuale che difficile da promuovere. Quando l'ho visto la sera della prima all'IFC Center di Manhattan, il pubblico era completamente catturato. Dopo la proiezione, alcuni di noi si sono radunati intorno alla produttrice Adi Ezroni, che ha iniziato a parlare della complicata produzione del film e del suo significato. (Un precedente dibattito pubblico era stato annullato per motivi di sicurezza.) Quando la sicurezza dell'IFC Center ha rapidamente interrotto la nostra conversazione improvvisata, ci siamo spostati in un cocktail bar lì vicino. Poco dopo, si è unita a noi Arianne Mandi – che era in città per girare un altro progetto – trasformando una proiezione già ipnotica in una di quelle serate indimenticabili, possibili solo a New York.

Non posso promettervi che avrete la stessa esperienza unica, ma posso garantire che, a prescindere dalle vostre opinioni politiche, questo film possiede un'emozionante magia tutta sua.



Domande Frequenti
Domande Frequenti su The Tatami Galaxy



Principiante Domande Generali



D: Di cosa parla esattamente The Tatami Galaxy?

R: È un anime surreale e dal ritmo serrato su uno studente universitario che, ogni episodio, si unisce a un circolo diverso in cerca di una vita universitaria idilliaca, per poi affrontare la delusione. Ha quindi la possibilità di rivivere i suoi due anni di università più e più volte, cercando di farli andare per il verso giusto.



D: Vale la pena guardarlo? Perché tutti ne parlano?

R: Assolutamente sì. È elogiato per il suo stile visivo unico, la narrazione intelligente sul rimpianto e le scelte, i dialoghi arguti e una conclusione potente e soddisfacente che lega tutto splendidamente.



D: Quanti episodi ha? È un impegno impegnativo?

R: Ha solo 11 episodi, quindi è una visione molto gestibile. La storia è densa, ma la breve durata la rende facile da finire.



D: I sottotitoli passano molto velocemente. È normale?

R: Sì. I dialoghi sono famosamente rapidi, specialmente nel primo episodio. Non preoccupatevi se perdete una battuta o due, le idee e le emozioni centrali sono rafforzate visivamente e attraverso la ripetizione. Fa parte dell'esperienza.



D: Ho visto il primo episodio ed ero confuso. Dovrei continuare?

R: Decisamente sì. Il primo episodio vi getta in profondità. La struttura diventa più chiara dal secondo o terzo episodio, e il premio per aver perseverato è immenso.



D: È triste, divertente o entrambe le cose?

R: Entrambe. Ha un umorismo assurdo e tagliente sulla vita universitaria e l'ansia sociale, ma è in definitiva uno sguardo profondo e a volte malinconico sulla solitudine, l'amicizia e i percorsi che non prendiamo.



Avanzato Domande Tematiche



D: Che storia ha lo stile artistico? Sembra così diverso.

R: Lo show utilizza uno stile visivo distintivo e testurizzato, con prospettive esagerate, palette di colori simboliche e montaggi che sembrano un collage. Questo riflette lo stato mentale caotico del protagonista e la natura ripetitiva e labirintica della sua vita.



D: Qual è il messaggio o tema principale della serie?

R: In sostanza, parla di accettare le scelte passate e realizzare che la vita ideale e perfetta che si immagina è spesso un'illusione. La felicità