**"Ciao, gay!"**
Niente dice "Mese dell'Orgoglio" come le aziende che appiccicano arcobaleni su qualsiasi cosa. Ogni giugno, i grandi marchi saltano sul carro LGBTQ+ con magliette ricoperte di arcobaleni e slogan spigliati come **"Slay!"**. Da persona queer, non lo odio del tutto—l'alleanza conta, soprattutto quando i nostri diritti sono sotto attacco. Un po' di energia pro-gay nella moda? Per me va bene.
Ma ecco il punto: non tutti vogliono vestirsi come una bandiera dell'Orgoglio ambulante. Perché è così difficile trovare merchandise significativo che non sembri solo una speculazione? Usare vaghi vibes di "accettazione" solo per spuntare la casella dell'inclusività? Non è esattamente **slay**. Fortunatamente, alcuni brand lo stanno facendo nel modo giusto—collaborando con cause LGBTQ+ e creando design che sono anche belli da vedere.
Prendete la maglietta **"Protect The Dolls"** del designer Connor Ives, indossata da Pedro Pascal e Troye Sivan. Non solo manda un messaggio chiaro, ma tutti i proventi vanno a Trans Lifeline, un'organizzazione benefica guidata da persone trans che offre supporto cruciale. Diesel ha anche lanciato una felpa a sostegno della Tom of Finland Foundation, con iconiche opere d'arte erotica queer.
Altri pezzi da menzionare? I gioielli Pride di David Yurman sostengono The Trevor Project, mentre il denim di Levi's supporta Outright International, un gruppo globale per i diritti LGBTQ+.
A quanto pare, si **può** sostenere la comunità senza indossare arcobaleni dalla testa ai piedi (anche se nessuna vergogna se lo fate—giugno è il momento per essere rumorosi e fieri). Basta saltare il merchandise aziendale senza anima, ok?
**Acquista merchandise Pride che restituisce qualcosa:**
- **Connor Ives** maglietta **"Protect The Dolls"** ($100)
- **Levi’s** cappello Pride Essential ($40)
- **David Yurman** bracciale Petite pavé bar ($1,900)
- **Diesel** felpa Tom of Finland ($380)
- **Human Rights Campaign** pantaloncini Rainbow sweat ($55)
- **Converse** scarpe Chuck Taylor platform ($90)