Per oltre un decennio, ho sognato di realizzare un’installazione per Madison Square Park. Undici anni fa, quando ero una studentessa di paesaggistica al New York Botanical Garden, mi fu assegnato il compito di disegnare aiuole in un parco pubblico—scelsi Madison Square Park. Rimasi colpita dalla sua bellezza e complessità horticola, e da come servisse la comunità con un design che nutriva sia le persone che la fauna selvatica—una rarità in una città come New York.
Il parco vanta un programma artistico di livello mondiale e un incredibile programma horticola, e immaginai questi due aspetti in dialogo. Come artista, unisco il mondo vegetale e la pratica creativa. Nel 2022, contattai la direttrice esecutiva Holly Leicht per discutere di come fondere queste risorse in un’installazione fisica. Insieme, sviluppammo la visione per Giardini del Rinnovamento, un giardino di meditazione e per bambini ora aperto sui prati Redbud e Sparrow.
Collaborando con il team horticola del parco, guidato da Stephanie Lucas, studiammo centinaia di specie vegetali autoctone prima di selezionarne circa 50 per raccontare una storia botanica stratificata. Volevo che il progetto incarnasse pace, armonia e interconnessione—ricordandoci che siamo parte sia di una comunità ecologica che di una famiglia umana.
La spirale divenne il motivo centrale, un simbolo antico che rappresenta il viaggio verso il proprio centro. Nel Buddhismo, simboleggia la natura ciclica della vita. Speravo che i visitatori la vivessero come un santuario—uno spazio meditativo piantumato con migliaia di specie autoctone. La narrazione della spirale si approfondisce verso il centro, dove le piante diventano più rare e minacciate dai cambiamenti climatici.
Oltre alla bellezza, l’opera trasporta un messaggio urgente: siamo in una crisi climatica, affrontiamo un’estinzione di massa e protezioni ambientali indebolite. Questa è la più grande minaccia esistenziale. Il giardino invita a riflettere—non solo sul riconnetterci con la natura, ma su ciò che rischiamo di perdere.
Oggi, l’ansia climatica e il distacco dalla natura sono diffusi e dolorosi. Capitalismo e politica ci dividono, ma quella disconnessione è un’illusione che possiamo sciogliere. La nostra sopravvivenza—della società, del pianeta e del nostro benessere—dipende dal riconoscere che siamo parte di una storia ecologica più grande.
Il giardino mostra questa interconnessione. L’asclepiade, unica pianta ospite delle farfalle monarca, cresce accanto a iris autoctone, iperico e piante un tempo usate come rimedi per tutto, dalla depressione ai disturbi epatici. Spero che questi esempi allevino l’ansia, stimolino urgenza e ispirino azioni per proteggere questi ecosistemi vitali.
La Generazione Z elabora il lutto per il clima in modo diverso, ma in questo Earth Day, chiediamoci come ognuno di noi possa usare le proprie capacità per favorire un pianeta più armonioso—dove ricordiamo che apparteniamo alla Terra, non il contrario. L’idea di reciprocità è potente, ma c’è anche un senso di disconnessione e impotenza che ci ostacola. Molti credono che il collasso climatico sia un problema troppo vasto da affrontare—che sia solo nelle mani delle compagnie fossili e dei miliardari, e che le piccole azioni non contano. Un altro mito pericoloso è che i movimenti sociali richiedano un singolo leader potente. La verità è che sono sempre cresciuti dall’azione collettiva.
Questo giardino—due piccoli prati in una grande città su un grande pianeta—è un atto di resistenza. Forse non fermerà un nuovo pozzo di petrolio, ma nutrirà il tuo spirito. Rafforzerà la comunità. Creerà habitat vitali. Offrirà spazio per esplorare, imparare e elaborare il lutto. Abbiamo bisogno di una ri-immaginazione radicale del nostro modo di vivere, e dove iniziare se non da un giardino, che da millenni custodisce i sogni della nostra cultura? Questo sembra particolarmente urgente in un’epoca di profonde divisioni politiche.
Quando immaginammo questo progetto nel 2022, era pensato come risorsa per la ripresa post-COVID—un modo per ricostruire la comunità e ispirare speranza per un mondo più libero. Ma ora, il panorama politico è cambiato, e questo giardino ha assunto un nuovo significato. Spazi sicuri, gioco e sperimentazione sono atti di sfida all’autoritarismo. Arte, canto, danza, rituale e gioia sono modi per resistere alle forze oppressive.
Giardini del Rinnovamento è anche un invito a proteggere i nostri spazi pubblici. Le nostre città nascondono potenziale ecologico inesplorato. Parchi e paesaggi condivisi devono essere parte del dibattito climatico, ricordandoci che condividiamo questo mondo con innumerevoli altri esseri. Le piante autoctone sostengono i nostri ecosistemi, offrendo cibo e riparo a uccelli, api e farfalle—specie da cui dipendiamo, e che ora sono gravemente minacciate.
Per me, questo giardino è un’offerta alla terra, una preghiera per ripristinare l’equilibrio—del nostro pianeta e della nostra cultura.